SANTA MARGHERITA LIGURE - Per il mondo del lavoro «serve una poderosa operazione di deregulation» ha affermato il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, intervenendo al convegno dei Giovani imprenditori di Santa Margherita Ligure. «Sarà qualcosa di più - ha sottolineato - di una semplificazione dei procedimenti, che spesso si risolve in un nulla di fatto: serve una pesante deregolazione». Per questo, ha aggiunto il ministro, saranno cancellati libro paga e libro matricole, sarà rivisto il Testo unico sulla sicurezza (alleggerendo il sistema sanzionatorio): «Vogliamo deregolare tutto ciò che attiene alla flessibilità dell'orario di lavoro, come il contratto di part-time che è stato irrigidito». L'obiettivo è quello di «liberare il lavoro» rimuovendo i vincoli che «complicano e inibiscono i rapporti di lavoro».
«Con tranquillità abrogheremo la disciplina che ha imposto che, perfino le dimissioni volontarie, diventino un atto complicato», ha detto Sacconi, bollando come «demenziale» la disciplina introdotta dal suo predecessore Cesare Damiano (che, fra l'altro, aveva partecipato qui a Santa Margherita a una precendente tavola rotonda) per combattere le cosiddette dimissioni in bianco. Il ministro ha inoltre ribadito l'intenzione di procedere alla «la piena reintroduzione dei contratti a termine» e all'emissione di «buoni prepagati per far emergere il lavoro occasionale».
Morti bianche e Testo unico sulla sicurezza
Quanto al Testo unico sulla sicurezza, Sacconi ha detto che «non può essere sostenuto da odiosi incrementi degli adempimenti formali e da sanzioni spropositate». Il Governo modificherà il provvedimento, alleggerendo il sistema sanzionatorio: «Metteremo mano al Testo unico perchè sanzioni sproporzionate distolgono l'attenzione delle imprese dallo sforzo di aumentare la sicurezza, spingendole ad adempiere a comportamenti formalistici per evitare le sanzioni».
Il ministro ha lanciato anche un attacco diretto al maggiore sindacato dei lavoratori: «La Cgil deve riflettere bene. Il problema per Epifani è quello di non isolarsi dalle altre organizzazioni sindacali che hanno opinioni diverse». La Cgil rischia di fare la fine della sinistra radicale in Parlamento? gli è stato chiesto. «La Cgil, e molti in essa ne sono consapevoli - ha risposto il ministro - rischia di seguire la disfatta della sinistra radicale, se non riflette su se stessa e non ritrova una strada riformista, che nella sua storia ha più volte praticato e che io credo abbia tutte le capacità di seguire ancora».